(rec.) Giulio Orsini - Fra terra ed Astri - Roma-Torino, Casa Editrice Naz. 1903.
Pubblicato in: Il Regno, anno I, fasc. 4, p. 14
Data: 20 dicembre 1903
pag.14
Mi duole incominciare con una frase comune: ma del resto perchè non dire che Giulio Orsini è un vero e profondo poeta? Non gli chiedete il sonetto ben armonioso o la ballata impeccabile: egli odia «i funamboli volgentisi sulla corda delle frasi o saltanti gli ostacoli della rima, gli scavatori di preziosi vocaboli, i giocolieri del vaniloquio» (p. 8). Sulla groppa dei suoi agili ottonari l'Orsini vola pel mondo e sopra il mondo, si spaura dell'infinito, trema dell'ultima fine, scende nell'intimo dell'anima
Nel verso, come cipresso
Diritto e nero, riflesso
Nell'ondulamento del mare ;
chiede la risposta ai problemi della vita e della morte e canta le glorie e le sventure della patria.
Così egli va, ricordandosi d'esser giovine, nobile e italiano, Alla Tomba di Santena e dinanzi alle ossa di Cavour s'irrita della «viltà degli eunuchi» che reggono oggi l'Italia:
La gente seria schiamazza
— Patria? è ciarpame. La razza
Latina? è rosa da cancrena.
E al vecchio conte il gioviale poeta fa la grande promessa:
Del latin seme gentile,
A noi, impeto giovanile
D'amori, d'odi, d'orgogli,
A noi gli amplessi, negli audaci
Proponimenti, a noi l'opre
Gagliarde, la tenacia che scopre
I veli d'Iside, i baci
Della bellezza; e ne gli adri
Giorni del sangue, in arcioni
Balzare, morir sui cannoni
Come morivano i padri. (p. 107).
Dopo questo noi ben possiamo non curarci se ci sono dei versi deboli, delle espressioni inutilmente scientifiche, delle idee filosofiche troppo ingenue ed antiche. Possiamo perdonar tutto questo, non solo perchè è spesso poeta ma anche perchè è poeta della nazione e poeta di pensiero. Oggi che nel mondo della letteratura troppo s'indulge alle squisitezze formali e non sì mira abbastanza alla profondità e novità della sostanza, e nel mondo della politica hanno maggior favore coloro che irridono alla patria e alle forze della patria, la voce solitaria del giovanissimo Orsini è qualcosa di più di un diletto: é un conforto.
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